Confucio, grande maestro e filosofo della Cina antica, è il padre del Confucianesimo, un sistema di principi che per due millenni è stato alla base della morale, della politica e della società dell'impero cinese.
Ecco cosa imparerete in questo articolo:
Confucio, considerato oggi uno dei più grandi maestri dell'antichità, è nato e vissuto durante il Periodo delle primavere e autunni (722 - 481 a.C.) all'epoca della dinastia Zhou (1045 - 255 a.C.). La Cina allora non era ancora un impero unificato, ma era suddivisa in tanti stati e regni feudali spesso in guerra fra loro.
È anche un epoca di grande fermento culturale, passata alla storia anche come il periodo delle "cento scuole di pensiero", poiché sorgono diverse scuole di pensiero e correnti filosofiche. Confucio, quindi, non era l'unico maestro a disposizione delle corti dei regni, era molto diffusa la figura del maestro che di corte che istruiva e consigliava i governanti. Tuttavia, anche se Confucio non è stato l'unico, è quello che, per diverse ragioni, ha influito maggiormente nello sviluppo della società e della cultura cinese successive.
Non ci sono biografie ufficiali della vita di Confucio, tuttavia secondo la tradizione Kong Qiu (孔丘, Kǒng Qiū), successivamente denominato Kong Zi (孔子, Kǒng Zǐ "Masetro Kong"), nasce intorno al 551 a.C. a Qufu, nello Stato di Lu, oggi provincia dello Shandong nella Cina settentrionale, e muore nel 479 a.C.
Intorno al 501 a.C. occupa la carica di funzionario dello Stato di Lu, fino a quando scoppia una guerra interna tra diversi clan del regno. Si racconta che questo evento segna la vita di Confucio e che, dal 497 a.C. si mette in viaggio per i diversi stati e regni della Cina dell'epoca alla ricerca di un principe virtuoso a cui tramandare gli insegnamenti degli antichi maestri, per migliorarne l'arte di governo.
La saggezza di Confucio viene ben presto riconosciuta dai funzionari e dai governanti dei diversi stati che visita, tuttavia i suoi insegnamenti non vengono mai messi in pratica. Sono molti i discepoli che decidono di seguirlo e studiare il suo pensiero ed è grazie a loro che nascerà e si diffonderà quello che in italiano è chiamato Confucianesimo. Confucio, infatti, come altri grandi maestri del passato, non lascia niente di scritto: saranno i suoi discepoli a riordinare il suo pensiero in forma di dialoghi tra allievo e maestro nell'omonima opera Dialoghi.
Secondo Confucio, la corruzione e la mancanza di morale dei governanti sono le cause alla base dei disordini politici dell'epoca e solo con lo studio dei saggi del passato è possibile tornare alla stabilità e all'armonia sociale. La filosofia di Confucio, quindi, non è nuova, ma si basa sugli insegnamenti dei grandi maestri del passato e sullo studio dei testi classici.
L'idea alla base della filosofia confuciana è che ognuno debba comportarsi secondo la morale e le responsabilità che derivano da ogni ruolo sociale. Solo così si avrà pace, armonia e prosperità. A questo pensiero si lega la teoria del mandato celeste, secondo la quale i sovrani ricevono una delega a governare direttamente dalle divinità e devono assicurarsi di agire in accordo con le responsabilità e la morale, per garantire stabilità nel regno. Ogni catastrofe, rivolta o guerra è segno della fine di questo mandato.
Il Confucianesimo e i suoi valori permeano la cultura cinese da oltre due millenni. Molto spesso viene da chiedersi se sia una corrente di pensiero, una filosofia o una religione e sono molti gli studiosi che si sono espressi su questo punto.
Una risposta interessante a questa domanda ci viene data analizzando la parola cinese che in italiano traduciamo con Confucianesimo. In lingua cinese si parla di Rujia (儒家 Rújiā), che potremmo tradurre con l'espressione "scuola di letterati". I ru (儒), in epoca imperiale, erano gli uomini di cultura, conoscitori degli antichi testi classici, dell'etichetta e dei cerimoniali di corte, della musica e dell'arte. I ru esistevano già prima di Confucio e lui stesso è stato un ru. In cinese, dunque, non esiste una parola come l'italiano "Confucianesimo", che con il suffisso "-esimo" fa pensare a un movimento religioso. L'uso della parola Confucianesimo per indicare la scuola di pensiero Rujia si deve ai missionari cattolici del XVII secolo e che ne riconoscono Confucio come la figura chiave.
Un'altra considerazione interessante è che, a differenza del Buddismo, il pensiero di Confucio e i suoi insegnamenti non arrivano da una "illuminazione" e non parlano di una ricerca del soprannaturale. La realizzazione dell'uomo, secondo la filosofia confuciana, avviene nella società terrena, rispettandone i valori e la morale. Prima di rivolgersi a una divinità (il Cielo), l'uomo deve prima migliorare se stesso nella vita quotidiana. Ci si migliora con l'educazione e rispettando i compiti e le responsabilità che derivano dalla propria posizione sociale: non esiste alcuna ricerca di un "aldilà" o di un Nirvana come fine ultimo della vita.
Il Confucianesimo, quindi, è da considerare come un complesso di insegnamenti a carattere prevalentemente etico e morale, che per due millenni ha guidato e influenzato la vita dell'Impero cinese dal punto di vista culturale, sociale e politico.
Confucio, prendendo spunto dai grandi saggi dell'antichità, incoraggia i suoi allievi a rispettare i doveri e gli obblighi morali che derivano dalla propria posizione nella società, in modo da creare una società stabile e in armonia. Un concetto, questo, che è allo stesso tempo innovativo e conservatore.
I valori morali sono alla base del pensiero confuciano e sono la base, insieme allo studio e al rispetto dei riti, delle convenzioni sociali e dell'etica, per creare una società armoniosa (和 hé). I principali valori confuciani sono:
子貢問曰:“有一言而可以終身行之者乎?” 子曰:“其恕乎! 己所不欲、勿施於人。"
Zi Gong chiese: "Esiste una parola che possa guida l'uomo nella sua vita?"
Il Maestro rispose: "Che ne dici di shu (恕)? Non imporre mai agli altri ciò che non sceglieresti per te stesso."
L'individuo è parte della famiglia e come tale deve rispettare i valori, i riti e l'etica propri del suo ruolo nel nucleo familiare. Ampliando la prospettiva, è anche parte della società, quindi anche qui deve farsi carico delle proprie responsabilità e del rispetto del prossimo. Passando a un livello ancora più ampio, il singolo è anche un suddito dello Stato ed è tenuto alla lealtà del suo sovrano, a patto che questi rispetti i compiti assegnatogli dal mandato celeste.
I riti confuciani sono un'altra solida base su cui si appoggia il pensiero di Confucio. Permettono infatti alle persone di sentirsi parte di un gruppo. I riti devono essere accompagnati dalle virtù, altrimenti sono solo forma senza contenuto. Tra i riti, quello più importante è il culto degli antenati che, oltre a essere la continuazione dopo la morte della pietà filiale, rafforza l'unione familiare. La famiglia funziona solo se unita e in armonia, così come la società e lo Stato funzionano solo se coesi e in armonia.
I Dialoghi, in cinese Lunyu (论语 Lùnyǔ), sono l'opera che più rappresenta il pensiero confuciano. Non si hanno dati certi circa l'autore, ma sembrerebbero stati compilati dai discepoli del grande maestro. Come si deduce dal titolo, sono una raccolta di aneddoti e dialoghi tra Confucio e i suoi allievi. Sono stati scritti in un periodo di 30-50 anni tra il Periodo delle primavere e autunni (722 - 481 a.C.) e il Periodo dei regni combattenti (453 - 221 a.C.).
L'Imperatore Wudi della dinastia Han istituzionalizza in Confucianesimo e, per la prima volta, fissa quali sono i testi classici confuciani, i cosiddetti Cinque Classici:
Durante la dinastia Song (960 - 1279 d.C.) emergono nuove interpretazioni del pensiero di Confucio e Mencio, tra questa il Neoconfucianesimo è quella che diventerà quella ufficialmente accettata. Per il Neoconfucianesimo, i testi classici, alla base anche dell'istruzione dei funzionari, erano i cosiddetti Quattro Libri e Cinque Classici. L'elenco dei Cinque Classici resta invariato, mentre i Quattro Libri sono:
Possiamo considerare Confucio come colui che ha sistemato, dato nuova vita e tramandato quell'insieme di valori sulla concezione del mondo e dei rapporti sociali dell'antichità più remota della civiltà cinese. A Confucio va anche il merito di aver fissato il canone di testi classici alla base delle dottrine, anche se non vedrà mai i suoi insegnamenti applicati. I suoi discepoli, che a loro volta sono diventati maestri, hanno contribuito a diffondere gli insegnamenti di Confucio e a svilupparle. Tra i grandi maestri confuciani citiamo Mencio (circa 372-289 a.C.) e Xunzi (circa 313-230 a.C.).
Mencio è considerato il più importante maestro e filosofo confuciano, dopo Confucio stesso. È con lui che effettivamente nasce la scuola Rujia (儒家 Rújiā), che da quel momento inizia a indicare lo studio degli insegnamenti del maestro Confucio.
Al centro delle sue teorie vi è la bontà della natura umana. L'uomo, secondo Mencio, è buono per natura, ma può essere corrotto dagli eventi esterni. Grazie all'autoperfezionamento l'uomo può ritrovare le sue virtù innate, conservate nel suo "cuore", che derivano direttamente dal Cielo. Il Cielo, sia per Confucio che per Mencio, è un'entità impersonale, non è da considerare come una divinità.
Un altro punto essenziale della filosofia di Mencio riguarda la politica: la classe politica che governa lo stato è responsabile dell'educazione e del benessere economico e materiale del popolo. Ognuno ha un ruolo preciso nella società, i sovrani hanno il "mandato celeste" e si occupano del buon governo del regno, i funzionari si occupano dei lavori intellettuali e i sudditi dei lavori manuali. I problemi economici del regno si risolvono con la divisione dei compiti e il rispetto delle proprie responsabilità. Se il sovrano viene meno ai suoi compiti a favore del benessere del popolo, ogni ribellione è legittima.
Xunzi è considerato il terzo grande filosofo confuciano. Al contrario di Confucio e Mencio, passa gran parte della sua vita impegnato in cariche pubbliche invece di dedicarsi all'insegnamento. Secondo Xunzi, la natura umana è intrinsecamente cattiva, e che la bontà e le virtù arrivano solo dall'educazione acquisita. L'uomo nasce con l'amore per il benessere materiale e si lascia dominare completamente dalle passioni e dai sensi, però grazie all'intelligenza, che lo distingue dalle altre creature, ha la possibilità di migliorarsi.
Xunzi pone l'accento sull'importanza delle leggi e dei riti, da far rispettare con la forza, per coloro che non riescono a studiare e non hanno quindi la possibilità di migliorarsi. Spetta agli uomini colti garantire che tutti si comportino con rettitudine, tramite regolamenti e leggi, e non è necessario rivolgersi ai modelli dell'antichità, come sostenevano Confucio e Mencio.
Dal pensiero di Xunzi si svilupperà una nuova corrente di pensiero, passata alla storia con il nome di "Legismo" (法家 fàjiā), che sosteneva che il governo poteva funzionare solo attraverso le leggi e la centralizzazione del potere.
Il Confucianesimo è la base culturale, etica e morale su cui si costruisce la società e il sistema politico dell'Impero Cinese per quasi tutti i suoi duemila anni di storia.
Qin Shihuang, il primo imperatore della Cina, colui che ha fatto costruire il monumentale Esercito di Terracotta, e il suo consigliere Li Si preferivano le teorie di Xun Zi a quelle di Mencio e Confucio. Questo periodo passa tristemente alla storia per il rogo di libri e la persecuzione di migliaia di filosofi.
All'inizio della dinastia Han il Confucianesimo inizia ad essere riconosciuto grazie alla figura del maestro Lu Gu, consigliere del fondatore della dinasta Han Liu Bang. A causa del rogo dei libri voluto da Qin Shihuang, molti dei testi erano andati perduti, quindi si inizia un processo di ricompilazione dei classici con l'aiuto dei manoscritti frammentari rimasti.
Gli insegnamenti di Confucio vengono ufficialmente riconosciuti con il regno dell'imperatore Wudi della dinastia Han (regno: 141 - 87 a.C.). È in questo momento che il Confucianesimo viene istituzionalizzato, sono stabiliti i testi da studiare, i Cinque Classici del Confucianesimo, e viene istituita l'Accademia Imperiale per promuovere la filosofia confuciana.
Durante la dinastia Tang, il Buddismo era la religione dominante e il Confucianesimo era la base su cui poggiava il sistema burocratico dell'Impero: i funzionari dovevano dimostrare la conoscenza dei classici confuciani per essere ammessi a cariche governative.
Con la repressione del Buddismo voluta dall'imperatore Wuzong (814 - 846 c.C.), il Confucianesimo e gli insegnamenti di Confucio e Mencio acquisiscono sempre maggiore importanza, arrivando a impregnare in modo sempre più profondo la società cinese.
La dinastia Song è il periodo che più di tutti segna la svolta per il Confucianesimo in Cina. Emerge infatti una nuova filosofia chiamata Neoconfucianesimo, basata sulle teorie di Zhu Xi (1130 - 1200), su cui si baserà il sistema degli esami imperiali fino al 1911, anno della caduta della dinastia Qing (1644 - 1912) e dell'Impero. I Classici così come canonizzati dal Neoconfucianesimo e le loro interpretazioni, a partire dalla dinastia Yuan (1271 - 1368) diventano materia d'esame e l'unica corrente di pensiero accettata.
Il pensiero neoconfuciano ha garantito la continuità culturale necessaria alla civiltà cinese per arrivare fino agli albori del XX secolo. Fino al XV secolo la Cina è stata un passo avanti rispetto all'Europa, basti pensare che le quattro invenzioni che hanno cambiato la storia arrivano proprio dal Celeste Impero: la carta, la bussola, la polvere da sparo e la stampa a caratteri mobili. Tuttavia, il grande peso della tradizione, ad un certo punto, si è rivelata un'arma a doppio taglio, lasciando la Cina inerme di fronte alle potenze occidentali e portando il sistema imperiale a un lento degrado.
La caduta dell'impero nel 1911 ha messo fine al sistema degli esami imperiali e ai cardini della filosofia confuciana, tuttavia ciò non è bastato a cancellarne il pensiero profondamente radicato nella cultura cinese. L'idea di società armoniosa, rispetto dell'autorità, devozione per i genitori e culto degli antenati sono solo alcuni dei valori che ancora oggi guidano la popolazione cinese.
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