Il Taoismo (o Daoismo, daojia 道家) o è un'antica filosofia cinese nata intorno al IV secolo a.C. che si sviluppa intorno ai concetti di Tao (la "Via") e dualismo Yin Yang. Questi principi sono rappresentati dal simbolo del Tao.
Ecco cosa scoprirete leggendo questo articolo:
Il Taoismo nasce come una corrente filosofica nel periodo degli Stati Combattenti (453 a.C. - 221 a.C.) e verso la fine della dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.) assume una valenza religiosa, dando origine a insegnamenti di tipo applicativo che si discostano dalla dottrina originale.
La filosofia taoista si sviluppa principalmente intorno al concetto di Tao (o Dao 道), la "Via", che è l'origine di tutte le cose del mondo e la realtà ultima nella sua totalità.
Questo principio è trattato nel Daodejing (道德经 "Libro della Via e della sua potenza"), tradizionalmente attribuito al maestro detto anche Laozi (o Lao Tsu 老子), che è considerato anche il fondatore del Taois.
Un altro testo fondamentale taoista è il Zhuangzi (庄子). I due classici taoisti, oltre al concetto di Tao, affrontano le tematiche principali della "virtù" o "potenza" (De 德), del non-agire (wuwei 无为) e del Santo (o Uomo Vero zhenren 真人).
Il Tao corrisponde all'infinito assoluto e all'origine di tutta la realtà a cui si cerca di fare ritorno.
È innominabile , indicibile e inconcepibile: definirlo con un nome o riuscire a immaginarlo significherebbe far venire meno il suo essere infinito, perché lo si delimiterebbe entro una realtà parziale. Il nome Tao, quindi, è solo simbolico e definisce un solo attributo dell'infinito, quello di essere una "Via" da cui tutto ha origine.
È allo stesso tempo esistenza e non-esistenza perché, pur essendo ovunque e in qualunque cosa, non può essere oggetto di conoscenza.
Il Tao è spesso associato all'acqua. Come l'acqua è inafferrabile, scaturisce da una fonte unica e costante e assume forme diverse e in continuo divenire.
È grazie alla Potenza De che il Tao produce l'Uno, che produce il Due e così via fino a dare origine a tutte le cose. Ogni realtà manifesta ha una propria forma originale ed è coltivandola che si può fare ritorno al Tao, il vero obiettivo della dottrina taoista.
Il simbolo del Tao raffigura la realtà di tutte le cose. Si tratta di un cerchio diviso in due, una metà bianca con un cerchio nero al centro e una metà nera con un cerchio bianco al centro. La parte nera rappresenta il principio yin (阴), quella bianca il principio yang (阳). Allo yang è associato il maschile e il positivo, mentre allo yin il femminile e il negativo.
I due principi sono opposti ma complementari e si riflettono in ogni aspetto della natura, inoltre sono interdipendenti perché al mondo non esiste niente che sia completamente yin o yang, ecco perché in ogni metà del cerchio cè un punto del colore dell'altra metà.
l concetto di dualità yin - yang è alla base anche del feng shui e dell'oroscopo cinese.
Erroneamente, il principio del non-agire può essere interpretato come "non farea". In realtà, il significato d questo concetto è molto diverso e fa riferimento al seguire la propria natura originaria senza forzarla e al lasciare che le cose seguano il proprio corso naturale per fare ritorno al Tao.
Il Santo (o Uomo Vero) secondo il Taoismo è colui che si lascia trasformare dall'ordine naturale delle cose e così facendo fa ritorno all'origine, seguendo una legge naturale ciclica, si lascia trasportare dalla corrente (il Tao), mentre gli altri lottano per nuotare controcorrente.
Al concetto di non-agire si associa quello del Qi, l'energia vitale che fluisce in tutto l’Universo. Se la vita umana è ciclica e implica un ritorno all'origine, sigifica che è anche dispersione continua del Qi, dal momento della nascita fino a quello della morte. Per invertire questo processo bisogna coltivare il proprio Qi e fare ritorno al Tao attraverso tecniche di respirazione, ginnastica e concentrazione (qigong 气功, "lavoro sul Qi").
Il Taoismo religioso si sviluppò a partire dall'epoca Han (206 a.C. - 220 d.C.). A differenza del taoismo filosofico, questa corrente applica la dottrina originale cercando attivamente metodi per fare ritorno al Dao.
Il taoismo religioso prevede quindi una serie di rituali volti a tornare alla natura originaria (tra cui alcune tecniche di longevità), anche se la dottrina di base coincide con quella del Taoismo filosofico.
In questo periodo i saggi taoisti vengono elevati a divinità. È il caso, ad esempio, di Laozi, che ancora oggi è venerato in templi o luoghi sacri taoisti.
Oggi i seguaci del taoismo religioso (che è considerato uno stile di vita più che una religione) assimilano alla dottrina originale tradizioni già proprie della cultura cinese, come il culto degli antenati, folklore, cartomanzia, divinazione e religioni popolari.
Taoismo e Buddhismo sono spesso erroneamente associati, anche se tra le due correnti sussistono profonde differenze.
Innanzitutto, il Taoismo è una corrente filosofica che nasce in Cina, mentre il Buddhismo, che pure nasce come una dottrina filosofica, è una religione importata dall'India nel I sec. d.C. e sinizzata nel corso dei secoli. Non essendo il Taoismo una religione, i testi taoisti non sono considerati sacri, a differenza di quelli buddhisti.
Il Buddhismo si basa sugli insegnamenti dell'asceta Siddhartha Gautama (VI sec. a.C.), che mirano a spezzare il ciclo di eterna rinascita (samsara), associato all'insoddisfazione e alla sofferenza, e ad ascendere al Nirvana tramite l'illuminazione.
Per raggiungere l'illuminazione e uscire dal ciclo delle rinascite bisogna eliminare i desideri e le illusioni: senza desideri non ci sono azioni, senza azioni non c'è il karma (che determina se le azioni sono buone o cattive), senza karma non c'è rinascita.
Nel Taoismo non solo la vita non è associata alla sofferenza, ma il principio di non-azione invita a seguire la propria natura per fare ritorno al Tao. Il buddhismo, in questo punto, è quindi molto distante dal Taoismo.
Un'altra importante differenza tra Taoismo e Buddhismo è la percezione della realtà. La scuola di pensiero buddhista mette in discussione la realtà del mondo manifestato di cui parlano i taoisti: per quest'ultimi il mondo è reale ed è un aspetto dell'infinito, per i buddhisti il mondo è vuoto, tutto è illusione e la realtà vera è solo ciò che si trova sotto il velo di illusione (maya).
Infine il bodhisattva, a differenza del Santo taoista, non punta al ritorno all'origine, ma anzi una volta raggiunto il Nirvana ridiscende nel mondo per aiutare tutti gli altri esseri a liberarsi dal ciclo di eterna rinascita. In questo senso si può dire che il Santo taoista, esente per definizione da preoccupazioni morali e sociali, agisce (o meglio, non agisce) per sé, mentre il Bodhisattva agisce per gli altri.
Nella storia della Cina taoisti e buddhisti non sono mai andati troppo d'accordo e, a causa anche delle sostanziali differenze di pensiero, in diversi momenti sono nate vere e proprie persecuzioni nei confronti di uno o dell'altro culto.
A farne le spese furono inizialmente i buddhisti. Il Buddhismo fece fatica a prendere piede in Cina per una serie di motivi, primo fra tutti l'incomprensione per la figura del monaco che, abbandonando la propria famiglia per ritirarsi in monastero, andava contro al concetto di pietà filiale, ancora oggi cardine della società cinese.
Nonostante ciò, il pensiero buddhista si diffuse nel territorio cinese e durante il regno dell'imperatrice Tang Wu Zetian (624-705) fu dichiarata dottrina ufficiale dell'Impero. L'imperatrice avviò quindi persecuzioni nei confronti degli altri culti, inclusi i taoisti.
Dopo l'abdicazione dell'imperatrice, i successivi imperatori ripresero la politica pre-taoista che già caratterizzava i primissimi imperatori Tang. Toccò quindi ai buddhisti essere perseguitati: durante il regno di Wuzong (814-846) il sentimento anti-straniero che si era diffuso negli anni precedenti sfociò nella Grande persecuzione antibuddhista dell'843-845.
Durante la dinastia Song, gli imperatori continuarono a favorire il Taoismo al Buddhismo. Il credo buddhista resistette nelle campagne e tornò in auge con la dinastia Yuan (1279-1368), che si fece portavoce del Buddhismo tibetano, e con la dinastia Ming (1368-1644).
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