Il monastero di Sakya è il monastero principale della scuola Sakyapa del Buddismo tibetano. La biblioteca conserva oltre 40000 rotoli sacri dal valore inestimabile.
Il monastero di Sakya, conosciuto anche con il nome Pel Sakya che significa “terra pallida”, si trova nella località di Sakya, nella prefettura di Shigatse, in Tibet, a 4316 metri sul livello del mare. È il monastero principale della scuola Sakyapa del Buddismo tibetano e fin dal XIV secolo ospita monaci giunti qui per studiare a fondo la dottrina.
Nel corso della sua lunga storia, il monastero di Sakya è stato ampliato fino ad includere centinaia di edifici, tra templi, reliquari e strutture abitative e ricettive per i monaci. Tra le sue mura sono conservati antichi tesori, dipinti murali, thankga e testi sacri scritti in tibetano, cinese e sanscrito. Nel 2003 il monastero di Sakya è diventato famoso per la scoperta di una biblioteca segreta contenente 84000 manoscritti antichi.
Il luogo dove sorge il monastero è stato scelto dopo che un maestro indiano di nome Atisha aveva predetto che le reincarnazioni di Avalokiteshvara, Manjushri, Mahakala e Vajrapani sarebbero avvenute proprio in questo luogo, e che da qui avrebbero compiuto una serie di grandi imprese che avrebbero portato grandi benefici al mondo intero.
L'intero complesso del monastero di Sakya copre un'area di 18.000 metri quadrati, mentre la sala principale è circa 5800 metri quadrati e può ospitare fino a 10.000 monaci.
All'interno del monastero di Sakya sono conservati circa 40000 testi buddisti sacri scritti in tibetano, cinese e sanscrito. La biblioteca della sala Lakhang Chenmo ospita circa 10000 manoscritti in rotoli disposti su un imponente scaffale in legno lungo 57 metri e alto 11 metri, che occupa tutta una parete dal pavimento al soffitto.
Il Burde Gyaimalung è una delle scritture sacre custodite nella biblioteca del monastero di Sakya. Oltre a essere un reperto di grandissimo valore storico e culturale, è anche il manoscritto di letteratura sacra più grande al mondo: 1,8 metri di lunghezza, 1,3 metri di larghezza e 67 centimetri di spessore! Tra i tesori di questa biblioteca si trovano anche 21 preziosissimi sutra manoscritti su foglie di colocasia, decorati con disegni in quattro colori.
Nel 2003 è stato scoperto un tesoro murato in una delle pareti del monastero di Sakya: 84000 sutra manoscritti e arrotolati. Secondo gli studiosi, queste opere sarebbero state nascoste per oltre 100 anni e sarebbero un'importante testimonianza del sapere tibetano dell'epoca per quanto riguarda storia, filosofia, scienze e religione. Attualmente sono oggetto di studio da parte dell'Accademia Tibetana di Scienze Sociali.
Il monastero di Sakya contiene oltre 3000 thangka sacri buddisti.
Il thangka è un dipinto su seta che rappresenta le divinità del buddismo tibetano, un mandala o una scena della vita di Buddha, utilizzato per insegnare la dottrina buddista.
I disegni sono dipinti con pigmenti naturali solubili in acqua oppure ricamati. Una volta ultimati sono protetti e rivestiti di tessuti preziosi e seta, per fare in modo che i colori non sbiadiscano.
La collezione di thangka del monastero di Sakya non ha eguali al mondo!
Il monastero di Sakya è stato costruito nel 1073 dal fondatore della setta Sakyapa, il moanco Khon Konchog Gyalpo. Il nome Sakya, "terra pallida", viene scelto in riferimento al colore della terra delle colline circostanti. Ad oggi rimangono solo aclune rovine della struttura originale.
Nel 1268 il monastero di Sakya viene ampliato, con l'aggiunta degli edifici meridionali per opera di Benqen Sagya Sangbo su commissione . del quinto discendente della corrente Sakyapa, il monaco Choygal Phakpa. I colori originali delle mura del monastero erano grigio, bianco e rosso in onore dei tre Trulku, reincarnazioni delle guide spirituali delle diverse correnti del Buddismo tibetano (ad esempio il Dalai Lama e il Panchen Lama).
Fin dal XIII secolo, il monastero di Sakya è uno dei centri principali per lo studio della dottrina buddista. Gli abati del monastero diventano sempre più importanti, così come la corrente Sakyapa, soprattutto dopo la conquista del Tibet da parte di Kublai Khan, il fondatore della dinastia Yuan che governa la Cina dal 1271 al 1368.
Il Lakhang Chenmo è l'edificio più antico ed è il salone principale del monastero in cui si tengono i canti e la recita dei sutra. Qui sono custoditi preziosi manoscritti e tre rappresentazioni del Buddha: Sakyamuni, Dipankarara e Maitreya; quest'ultimo, secondo il Buddismo tibetano, un giorno farà ritorno nel nostro mondo per liberarci dalla miseria e per condurre l’intera umanità verso l’illuminazione.
Il tetto del monastero di Sakya è sorretto da 40 enormi colonne color vermiglio, di cui quattro sono più grandi delle altre e rappresentano quattro diversi racconti legati al buddhismo. Una di queste venne donata al popolo tibetano da Kublai Khan, mentre le altre tre, secondo la leggenda, vennero portate al tempio da una tigre, da uno yak selvatico e dal dio del mare.
Molte delle parti del monastero che sono state distrutte durante la Rivoluzione Culturale sono state ricostruite e, ancora oggi, i monaci e i fedeli del buddhismo tibetano Vajrayana, si radunano in questo monastero per praticare gli insegnamenti del Buddha e accogliere pellegrini e turisti.
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