In Cina la calligrafia è una forma d'arte nata per valorizzare le particolarità della scrittura cinese. Venite a scoprire come i caratteri cinesi si trasformano in arte con l'aiuto di pennello e inchiostro.
Ecco cosa scoprirete leggendo questo articolo:
Lo sapevate? In italiano, la parola calligrafia, dal greco καλός calòs "bello" e γραφία graphìa "scrittura", si riferisce all'arte di scrivere in modo regolare ed elegante.
In Cina, la calligrafia occupa una posizione speciale nel campo delle belle arti. La scrittura cinese, grazie alla sua unicità, non è solo un mezzo di comunicazione, ma è anche un modo per esprimere senso estetico e cultura. Il famoso Su Dongpo, uno dei più famosi letterati dell'epoca Song (960 - 1279), era solito utilizzare l'arte della calligrafia per comporre le sue poesie, lasciando così una traccia indelebile nella storia dell'arte e della letteratura cinese, due discipline che si incontrano appunto nella calligrafia.
Possiamo definire la calligrafia cinese come l'arte di scrivere i caratteri cinesi in modo che comunichino un messaggio che va oltre il significato letterale delle parole, servendosi di pennello e inchiostro. Ha una storia che va di pari passo con lo sviluppo della scrittura ed è considerata una delle forme tradizionali di arte, nonché espressione della millenaria cultura cinese.
Si dice che la calligrafia sia come uno specchio che riflette l'animo e i sentimenti di chi la scrive. Giocando con il pennello e l'inchiostro sulla carta, variando velocità dei tratti e spessore delle linee, il maestro calligrafo riesce a comunicare il suo stato d'animo. È anche un esercizio mentale perché permette di coordinare il braccio e la mente, che deve essere calma, per produrre la migliore espressione di quello che l'artista sente.
La calligrafia cinese ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella selezione dei funzionari e dei burocrati a servizio dell'Impero. Durante gli esami imperiali la calligrafia era valutata come parte integrante delle prove scritte. Era simbolo di erudizione e saggezza e, per tale ragione, anche gli imperatori fin da bambini erano istruiti dai migliori maestri nell'arte della calligrafia. Per esempio, l'imperatore Qianlong della dinastia Qing (1644 - 1911) ha lasciato moltissime opere calligrafiche che possono essere ammirate ancora oggi tra le mura della Città Proibita a Pechino. Oltre alla calligrafia, le altre arti tradizionali dei letterati e dei funzionari cinesi erano il gioco degli scacchi, la pittura e il liuto.
La storia della calligrafia cinese va di pari passo con quella della scrittura e dei caratteri cinesi. Si pensa che sia una delle più antiche forme d'arte in Oriente ed è nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell'umanità dell'UNESCO.
La natura pittografica della scrittura cinese è la fonte da cui nasce e trae ispirazione l'arte della calligrafia. In un primo momento i caratteri cinesi sono solo un modo per veicolare e registrare informazioni, ben presto si sviluppa la necessità di creare forme e stili differenti per adattarsi a diversi supporti: dalle ossa oracolari si passa al bronzo, fino ad arrivare alla scrittura con pennello e inchiostro su bambù, seta o carta.
L'unificazione del territorio cinese avvenuta sotto il Primo Imperatore Qin Shihuang della dinastia Qin (221 - 206 a.C.) porta alla creazione per la prima volta di un sistema di scrittura standardizzato ufficiale. Il primo ministro Li Si fu particolarmente attivo nella creazione di uno standard grafico dei caratteri cinesi basandosi su quelli incisi nei bronzi dei periodi precedenti. Questo primo stile di scrittura e calligrafia cinese è conosciuto come zhuanshu (篆書, zhuànshū) o "stile del sigillo".
Durante la dinastia Han Occidentale (25 - 220 d.C.), le forme dello stile del sigillo vengono semplificate e si arriva a un nuovo standard di scrittura dei caratteri chiamato kaishu (楷書, kǎishū). Questo nuovo tipo di calligrafia appare più delicato e pulito e diventa il modello su cui si basano tutti gli stili di calligrafia successivi. I caratteri dalla forma tondeggiante appaiono più appiattiti e stilizzati, inoltre si fissano alcune regole per la scrittura con il pennello che sono fondamentali ancora oggi. Ad esempio, quando si deve tracciare una linea orizzontale bisogna prima creare una pressione con il pennello per formare un punto di inizio chiamato "testa del baco". La linea deve terminare con "coda di rondine", vale a dire una sorta di piccolo uncino.
Il grande maestro calligrafo Wang Xizhi (王羲之, 303-361) è considerato uno dei più importanti maestri calligrafi ed è anche grazie a lui che acquista status di vera e propria forma d'arte. I suoi lavori sono i più famosi e i più studiati ancora oggi. Secondo una famosa leggenda, un falegname fu incaricato di incidere sul legno un'iscrizione preparata da Wang Xizhi; mentre lavorava, il falegname scoprì che l'inchiostro era penetrato fino a oltre tre centimetri sotto la superficie del legno, per la forza e la veemenza dei colpi di pennello del grande maestro.
Il kaishu resta il più in voga fino alla dinastia Tang (618 - 907 d.C.). Ancora molti dei maestri calligrafi vissuti durante la dinastia Yuan (1279–1368), come Zhao Mengfu (1254–1322), si rifanno ai capolavori tradizionali del passato. La dinastia Ming (1368–1644) invece, è un periodo in cui la calligrafia diventa espressione del proprio senso artistico. Nonostante si mantengano i canoni del passato, i grandi maestri dell'epoca diventano famosi per le loro reinterpretazioni individuali degli stili classici. I nomi più famosi sono: Wen Zhengming (文徵明, 1470–1559), Zhang Ruitu (張瑞圖, 1570–1641), Zhu Yunming (祝允明, 1460–1527) e Huang Daozhou (黃道周, 1585–1646).
Durante la dinastia Qing (1644–1911) si assiste invece a un ritorno alle radici della cultura e ai canoni del passato, in particolare allo stile del sigillo zhuanshu. Le scuole di calligrafia e i maestri del periodo riportano in vita i classici, diventando un ponte di comunicazione tra l'antichità, vista come un periodo d'oro, e il bisogno di modernità.
Oggi, nonostante i grandi cambiamenti sociali e culturali che la Cina ha vissuto nell'ultimo secolo, la calligrafia è ancora largamente diffusa come forma d'arte. Passeggiando per i parchi della Cina, ad esempio, non è raro imbattersi in anziani signori intenti ad esercitarsi con i pennelli ad acqua.
Per praticare la calligrafia, è indispensabile avere un alto grado di concentrazione in modo da riuscire a guidare il pennello sulla carta. Se il calligrafo ha un attimo di esitazione, l'inchiostro si accumula sul foglio creando una macchia nera: l'agilità e la velocità di movimento del pennello sono quindi capacità essenziali per coloro che praticano questa forma arte. Durante la scrittura, quindi, è molto importante lasciare da parte affanni e preoccupazioni, per concentrare la mente nella bellezza di questa arte. Per questa ragione, la calligrafia è spesso paragonata al Qigong, un'arte marziale interna che aiuta a far fluire l'energia interna e migliora la capacità di concentrazione.
Lo stile del sigillo, in cinese zhuanshu (篆書, zhuànshū) è il più antico tra i cinque. Nasce, come abbiamo visto nel paragrafo sopra, con la dinastia Qin e torna in voga verso la fine dell'epoca imperiale con la dinastia Qing. Questo stile di calligrafia, nato dalla scrittura incisa sul bronzo, ha forme tondeggiante e utilizza le forme antiche dei caratteri cinesi.
Lo stile degli scrivani (隸書 lìshū) nasce durante la dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.) e va a sostituire lo stile del sigillo intorno al II secolo d.C. Si può definire come una semplificazione dello stile precedente per gli scrivani, come dice il nome stesso. È utilizzato ancora oggi nella calligrafia.
Lo stile regolare (楷書, kǎishū) emerge intorno al III secolo dell'era cristiana, sempre come tentativo di semplificare i caratteri scritti con lo stile del sigillo. È considerato lo stile più facile da imparare perché si tracciano tutti i tratti in modo chiaro, ed è quello più simile ai caratteri stampati.
Lo stile corrente (行書 xíngshū) può essere definito come uno stile di calligrafia semi-corsivo. È il più popolare tra i maestri calligrafi di oggi . Tutti i caratteri si distinguono e sono staccati l'uno dall'altro, ma i tratti sono connessi e, in alcuni casi, semplificati.
Lo stile corsivo (草書 cǎoshū), letteralmente "stile dell'erba" o "stile abbozzato" sta alla calligrafia come l'arte astratta sta alla pittura. Mantiene solo l'essenza dei caratteri, le linee sono collegate fra di loro e il pennello quasi non si stacca mai dal foglio di carta. Questo tipo di scrittura ha un ampio valore artistico più che pratico, perché il significato dei caratteri, a volte indecifrabili, viene sommerso dal senso che l'artista vuole esprimere con la sua arte. Anche questo stile nasce in epoca Han, tra II e II secolo.
I "quattro tesori dello studio" sono tutto ciò di cui aveva bisogno un intellettuale di epoca imperiale per immergersi nello studio delle opere letterarie e praticare la calligrafia: pennello, bastoncino di inchiostro, calamaio e carta. Ancora oggi i calligrafi moderni utilizzano questi quattro oggetti per praticare la loro arte.
I pennelli più antichi che sono stati rinvenuti risalgono al periodo degli Stati combattenti (476 - 221 a.C.). e da allora si sono evoluti in numerose forme e materiali. La punta può essere realizzata con peli di coniglio, cavallo o di altri animali, mentre l'impugnatura può essere di bambù, giada, cristallo, oro, argento, porcellana, legno di sandalo, corno o altri materiali pregiati. Esistono pennelli sia soffici sia duri, che producono effetti diversi sulla carta.
I pennelli da calligrafia sono piccole opere d'arte, le cui impugnature erano spesso decorate con scene storiche o mitologiche.
L'inchiostro è nato prima della carta. Sin dalla dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.) l'inchiostro è realizzato usando materiali naturali che da allora sono rimasti quasi invariati. In base al tipo di supporto su cui si scriveva, l'inchiostro poteva essere più o meno diluito o variare nella sua composizione. È di colore nero e lucido. L'imperatore Qianlong della dinastia Qing (1644 - 1911) è ricordato anche per avere posto grande enfasi sulla produzione di bastoncini di inchiostro, dato che lui stesso ne era un grande esperto.
Tra i quattro tesori dello studio, il calamaio è il più durevole e il più elegante. Di solito è fatto di terracotta, bronzo o altri materiali. Il bastoncino di inchiostro bagnato viene sfregato sul calamaio fino ad avere la giusta quantità per intingere il pennello. Tutti gli entusiasti di calligrafia cinese ritengono che il re dei calamai sia il cosiddetto Duanyan, che viene prodotto a Duanzhou nella provincia del Guangdong. La sua base ha un colore violetto e gode del nomignolo di "nuvola color porpora". Durante la dinastia Tang (618 - 907) i calamai erano offerti come tributo alla famiglia imperiale.
La carta è una delle più importanti invenzioni della Cina antica. Nelle epoche remote i cinesi documentavano gli eventi importanti scrivendo e incidendo i caratteri su ossa, gusci di tartaruga, bronzo o listarelle di bambù. Durante la dinastia Han, anche la seta diventa un supporto per la scrittura e la calligrafia, ma solo le famiglie più ricche e la corte imperiale potevano permettersela. La carta è stata inventata da Cai Lun nel 105 d.C. grazie ad una tecnica allora rivoluzionaria che prevedeva l'intreccio di vari tipi di fibre natuali. Ben presto ogni area della Cina comincia a produrne la propria versione. La carta più famosa è conosciuta con il nome di Xuan, ed è prodotta nella provincia dello Anhui.
Si dice che il grande Picasso una volta disse: "Se fossi nato in Cina, sarei diventato un maestro della calligrafia invece che un pittore". Se anche voi come Picasso apprezzate la bellezza e il valore della calligrafia cinese, un viaggio in Cina è il modo migliore per avvicinarsi a quest'arte millenaria. Scegliendo i nostri tour, avrete la possibilità di partecipare a una lezione di calligrafia cinese durante il viaggio e avere così un ricordo indelebile dell'esperienza!
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