Pechino ha una storia di circa 3000 anni ed è stata la capitale della Cina negli ultimi 700 anni durante le dinastie Yuan, Ming e Qing, le più potenti della storia dell'Impero cinese.
La posizione di Pechino è sempre stata strategica: situata nell’angolo Nord-orientale dell’antico territorio cinese, circondata da passi di montagna che segnavano il confine con i domini mongoli e mancesi più a Nord e collegata al ricco bacino del fiume Yangtze a Sud grazie al Grande Canale.
La storia di Pechino può essere suddivisa in 5 epoche:
Durante il corso della storia del Celeste Impero, Pechino ha avuto un’importanza crescente. Oggi, oltre ad essere la capitale, è anche la seconda città più grande del paese e nella sua municipalità troviamo il centro più importante di tutta la Cina per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie: la “Silicon Valley cinese”.
Circa mezzo milione di anni fa, l'Homo Erectus Pekinensis viveva nell'attuale area di Zhoukoudian (periferia Sud-ovest di Pechino sede di un importate sito archeologico). Il clima di quel tempo era più caldo e più umido rispetto a quello di oggi. Le foreste e i laghi della zona permettevano la sopravvivenza a un gran numero di creature viventi. I resti fossili dell'Homo Pekinensis, gli strumenti in pietra e le testimonianze di utilizzo del fuoco sono i reperti storici più antichi rinvenuti ad oggi in Cina.
La storia più antica della città si confonde con la mitologia. Si narra che fosse parte dei territori sotto il dominio dell’Imperatore Giallo della tribù Huaxia. Secondo la leggenda, fu lui a fondare la dinastia Xia (2070–1600 a.C.), a cui seguì la dinastia Shang (1660 al 1046 a.C.) e l'inizio della civiltà cinese.
Secondo gli scritti di Sima Qian (circa 145–86 a.C.), uno storico vissuto durante la dinastia Han, il territorio governato dall’Imperatore Giallo in cui è nata Pechino è lo stesso su cui venne combattuta la battaglia di Banquan, in prossimità dell’odierna città di Yanqing, a Nord-ovest della municipalità di Pechino. Fu grazie alla vittoria ottenuta con questa battaglia che l’Imperatore Giallo divenne il sovrano delle pianure centrali cinesi, che rappresentano la culla originaria della civiltà cinese.
Sempre secondo gli scritti di Sima Qian, l’Imperatore Giallo vinse un’altra guerra contro una tribù delle coste che era insediata nel territorio a est rispetto all’attuale città di Tianjin. La battaglia ebbe luogo a Zhoulu, situata al confine orientale dell’attuale municipalità di Pechino. Fu proprio a Zhoulu che l’Imperatore Giallo fondò la sua capitale.
Con questa vittoria la tribù Huaxia ottenne il controllo sulle pianure orientali e sugli insediamenti portuali che si trovavano ad una distanza di 220 chilometri da Yanqing e Zhoulu, e il suo dominio si estendeva fino alle foci del Fiume Giallo. Grazie al controllo su questo territorio strategico, che dava accesso sia al Fiume Giallo sia al mare, il regno Xia e la successiva civiltà Shang riuscirono a governare tutto il territorio della Cina settentrionale e centrale per un periodo di 1500 anni.
Nonostante i dubbi sull’autenticità della storia descritta da Sima Qian, sappiamo con sicurezza che l’area di Pechino è sempre stata importante sia dal punto di vista strategico sia dal punto di vista religioso. Si narra anche che durante la dinastia Shang i discendenti dell’Imperatore Giallo fondarono un piccolo stato chiamato Ji la cui capitale, Città di Ji (蓟城 Jìchéng) si trovava nel territorio sud-occidentale dell’attuale Pechino.
Sima Qian ci racconta che quando il primo re della dinastia Zhou conquistò gli Shang nel 1045 a.C., permise ai discendenti dell’Imperatore Giallo di continuare a governare Città di Ji.
La Città di Ji venne conquistata dallo stato di Yan nel VII secolo a.C. La città divenne quindi la capitale di Yan e venne ribattezzata Yanjing.
Yanjing venne conquistata nel 222 a.C. dall’Impero Qin in piena espansione, e nell’anno seguente l’imperatore di Qin dichiarò ufficialmente la nascita del suo impero.
Il primo Imperatore della dinastia Qin, Qin Shihuang, divise il suo Impero in 36 prefetture e nominò Città di Ji come il centro amministrativo della prefettura Guangyang: l'antica Pechino diventò così un centro di importanza strategica sia per l’esercito sia per i commerci. Tuttavia la capitale dell'Impero fu stabilita a Xi'an, dove oggi è possibile ammirare anche il leggendario Esercito di Terracotta
Nel 215 a.C. il Primo Imperatore visitò Città di Ji e avviò un processo di fortificazione del Passo Juyong a Nord-ovest della città (nell’attuale municipalità di Pechino) per rafforzare la Grande Muraglia in costruzione.
Anche se l’Impero Qin era molto esteso, ebbe vita breve. Già nel 206 a.C. una ribellione interna segnò la sua fine ed emerse un nuovo leader, Liu Bang, che fondò la dinastia degli Han Occidentali (206 a.C. - 24 d.C.). A differenza della dinastia Qin, la nuova dinastia permise al regno di Yan di mantenere una certa autonomia in ambito locale.
Durante il periodo degli Han Orientali (25–220 d.C.), la città assunse una crescente importanza e la sua popolazione aumentò significativamente. Durante questo periodo Pechino veniva chiamata “Fanyang”.
Ma a seguito della caduta della dinastia degli Han Orientali, il controllo sulla città subì molti cambiamenti mentre numerosi stati e imperi combattevano fra di loro per assumerne il controllo. Molti regni nacquero e morirono, ma per un breve periodo, verso la fine del IV secolo, la città divenne la capitale del regno dei Wei Settentrionali.
Il grande Impero Sui prese il controllo nel 589 e cadde nel 618. Questa dinastia cambiò la città di Pechino per sempre grazie alla costruzione del Grande Canale, una via d’acqua che collegava Ji alla Cina centrale e al bacino del fiume Yangtze, e che permetteva il rapido trasferimento di truppe e provviste verso Nord per combattere le guerre nel nord-est del paese. Questo veloce metodo di trasporto contribuì alla prosperità economica di tutta la regione.
Con la fine della dinastia Sui, salì al potere la dinastia Tang (618–907). Sin dall’inizio dell’insediamento di questa nuova dinastia, il Grande Canale rese possibile un aumento della popolazione in tutta la regione di Ji che dai 102079 residenti nel 618 aumentò ai 371312 nel 742.
Con il collasso dell’Impero Tang, la popolazione dei Qidans (Khitani) provenienti dall’attuale provincia del Liaoning, approfittò del momento opportuno per espandersi a Sud e occupare Ji, facendola diventare una delle loro quattro capitali secondarie. La battezzarono “Nanjing”, che significa Capitale del Sud.
L’Imperatore Taizong della dinastia Liao (916–1125) conquistò il territorio di Pechino e portò a termine grandi progetti urbani, facendo erigere numerosi palazzi in città. Divenne la loro roccaforte principale da cui proseguirono con la conquista delle pianure centrali della Cina.
L’impero Liao venne a sua volta invaso dalla popolazione Jurchen che attraversò le montagne a Nord-ovest della città e fondò la dinastia Jin (1115 - 1234). In breve tempo adottarono le usanze locali e crearono un impero molto esteso. Scelsero l'antica Yanjing come capitale e, per la prima volta nella sua storia, Pechino divenne capitale di un grande impero regionale. All’epoca veniva chiamata Zhongdu.
Durante il breve regno della dinastia Jin, Zhongdu crebbe sia in dimensioni sia in popolazione, e al suo interno venne realizzato un palazzo circondato da mura.
All’inizio del XIII secolo, i Mongoli conquistarono stati, tribù e imperi dell’Asia centrale e nord-orientale. Uno di questi era l’impero mancese dei Jin, che era anche uno dei più grandi. Sotto il comando del famigerato Gengis Khan i mongoli invasero Zhongdu nel 1215, la città venne razziata e data alle fiamme. La chiamarono “Yanjing”.
Quando Kublai Khan divenne leader dell'Impero Yuan (1271–1368), non fu in grado di mantenere il controllo della parte occidentale del vasto impero mongolo e nel 1264 decise di trasferire la sua capitale da Karakoram in Mongolia a Pechino.
Il clan dinastico mongolo ribattezzò la città “Dadu” (大都 'Grande Capitale'), che dal loro punto di vista era in una posizione geografica ideale per peter controllare il loro impero. Dadu infatti era all’estremità settentrionale dell’antico territorio cinese formato dal bacino del Fiume Giallo e dalle pianure centrali, in prossimità dei passi di montagna che connettevano il sud ai vasti territori del nord. Grazie alla vicina città portuale di Tianjin, l’accesso la mare giocò un ruolo importante che fece fiorire i commerci e permise all’impero Yuan di lanciare missioni militari contro altri paesi.
Nel 1271 Kublai Khan dichiarò Dadu la capitale ufficiale del suo Impero, anche se la dinastia Song che reganva più a sud non era ancora stata sconfitta. La costruzione del palazzo del clan Yuan venne completata nel 1274 e i lavori nel resto della città continuarono fino al 1285. Vennero realizzati numerosi canali, laghi artificiali e vie d’acqua che resero Dadu una capitale di incredibili dimensioni, le cui immense ricchezze vennero descritte da Marco Polo sul suo libro.
Il progetto di costruzione più importante voluto dal clan Yuan era quello di espansione ed estensione del Grande Canale in modo che potesse collegare Dadu a Hangzhou, nelle vicinanze del bacino del fiume Yangtze. Grazie a questo progetto fu possibile importare un numero ancora maggiore di beni e cibarie che permisero alla popolazione di Dadu di raddoppiare rispetto al periodo precedente, quando la città era capitale della dinastia Jin ed era chiamata Zhongdu. Durante questo periodo di prosperità creato dalla dinastia Yuan, Dadu divenne una delle città più grandi al mondo, seconda solo a Hangzhou in popolazione.
L’Impero Yuan crollò a seguito di calamità naturali, una guerra civile all’interno della leadership mongola, e una serie di ribellioni su larga scala in numerose regioni. Zhu Yuanzhang conquistò la città di Nanchino nel 1358 e lì fondò una nuova capitale. Dadu venne conquistata nel 1368 e tutti i suoi palazzi vennero bruciati. I difensori della dinastia Yuan vennero scacciati al di là delle montagne a Nord.
Durante il primo decennio della dinastia Ming la città di Pechino, che veniva chiamata “Beiping”, era in condizioni di grande povertà e la sua popolazione calava drasticamente di anno in anno.
L’Imperatore Yongle, che regnò dal 1402 al 1433, venne nominato governatore di Pechino e della sua regione quando era ancora molto giovane, e lì costruì la sua base di potere. Dopo avere conquistato Nanchino nel 1402, Yongle finanziò un vasto progetto di ricostruzione che dal 1403 al 1420 avrebbe dovuto fare rinascere la città. Fu lui a chiamarla per la prima volta "Beijing" (Pechino, letteralmente "Capitale del Nord"). Yongle si stabilì a Pechino nel 1409 per fuggire a chi si opponeva al suo governo e diede inizio alle grandi opere di ricostruzione della città.
Le dinastie precedenti avevano già dimostrato che Pechino e la sua regione potevano sostenere un popolazione molto vasta e che la sua posizione strategica, sia dal punto di vista militare sia economico e commerciale, le forniva tutto il necessario per potere diventare una grande e prospera città.
Per meglio proteggere sé stesso, Yongle seguì personalmente la costruzione della Città Proibita, un enorme palazzo progettato per essere inespugnabile. La costruzione della Città Proibita cominciò nel 1406 e fu completata nel 1420 grazie al lavoro di 100mila artigiani esperti aiutati da oltre un milione tra lavoratori e schiavi.
Il Tempio del Cielo è stato un altro dei suoi grandi progetti, la costruzione durò dal 1406 al 1420, in contemporanea con quella della Città Proibita.
Nel 1421, l’imperatore Yongle rese ufficiale la scelta di Pechino come capitale dell'Impero Ming. Grazie alla restaurazione del Grande Canale, Pechino e la sua popolazione continuarono a crescere. Nel 1553 le mura più interne della città vennero estese in modo da ammettere al loro interno anche la parte meridionale della città, in cui era stato costruito il Tempio del Cielo. La superficie della città all’interno delle mura raggiungeva quasi i 7 chilometri quadrati.
Anche la parte esterna alle mura continuò a crescere. La popolazione della città raggiunse i 960mila residenti nell’anno 1448, a cui si aggiungono gli oltre 2 milioni di persone che abitavano nell’area circostante.
Così, ancora una volta, la città raggiunse le dimensioni che aveva già raggiunto oltre un secolo prima durante la dinastia Yuan dei mongoli. Dal 1425 al 1635 Pechino è stata la città più grande del mondo. Nel 1530 vennero edificati il Tempio del Sole e il Tempio della Luna all’esterno delle mura, in prossimità delle abitazione popolari.
Il successore dell’imperatore Yongle avviò degli imponenti lavori di ricostruzione della Grande Muraglia. A partire dal 1472 circa fino al 1644, la Grande Muraglia venne costantemente rafforzata (soprattutto lungo le sezioni in prossimità di Pechino) e venne estesa dal Passo Jiayu a occidente al Passo Shanhai a oriente, dove la Muraglia incontra il mare.
È interessante notare come la dinastia Ming decise di mantenere Pechino come capitale dell’Impero anche dopo aver perso gran parte dei loro territori a Nord-ovest, che erano stati conquistati dalla popolazione dei Jurchen a partire dal 1580.
Inoltre, Pechino non era più geograficamente centrale e si trovava decisamente troppo a Nord per la maggior parte della popolazione cinese dell’epoca. Fu il Grande Canale a permettere alla dinastia Ming di mantenere milioni di persone in città fino a quando, nel 1635, l’impero cominciò a vacillare.
I ribelli conquistarono Pechino nel 1644, a seguito di una serie di disastri naturali che, secondo la credenza popolare, significavano che la dinastia aveva perso il favore del Cielo e quindi il suo potere non era più legittimo. Oltre a ciò, la corruzione diffusa aveva indebolito il sia il governo sia l’esercito.
Quando le forze armate dei ribelli si mossero per attaccare l’esercito Ming stanziato presso il Passo Shanhai della Grande Muraglia, il generale Wu Sangui decise di chiedere l’appoggio delle truppe mancesi per respingerli. Grazie a questa tattica l’esercito Ming del generale Wu Sangui sconfisse i ribelli assieme agli eserciti dei mongoli e dei Jurchen, ma non si rivelò una mossa vincente per la dinastia.
Durante la ritirata, i ribelli diedero fuoco ad alcune parti della Città Proibita. Nel frattempo l’ultimo imperatore Ming si era impiccato e l’impero ben presto entrò nel caos.
I mancesi, dapprima alleati dellàesercito Ming, fondarono la dinastia Qing (1644 - 1912) e Pechino rimase capitale fino alla fine del loro impero in epoca moderna. Per il clan dinastico Qing, proprio come per la dinastia Yuan dei mongoli, Pechino si trovava in un’ottima posizione geografica. Era vicina al centro del loro vasto impero, il quarto impero più esteso nella storia mondiale, più grande ancora di quello Yuan, ed era vicina ai passi di montagna che connettevano i vasti domini della Manciuria e della Mongolia con il resto dell’impero.
Sotto la leadership mancese, Pechino prosperò. Preservarono la Città Proibita e il Tempio del Cielo, ma non si curarono della Grande Muraglia che quindi cadde in rovina. Il Grande Canale venne ben mantenuto e diede alla città una nuova fioritura degna di una capitale imperiale. Pechino ancora una volta divenne la città più grande del mondo, dal 1710 al 1825, anno in cui la sua popolazione raggiungeva 1,3 milioni di persone.
Nel 1860, durante la Seconda Guerra dell’Oppio, le truppe inglesi e francesi presero il controllo di tutta la città inclusa la Città Proibita, che occuparono fino alla fine della guerra.
Nel 1900 l’Imperatrice vedova Cixi fuggì dalla Città Proibita durante la Ribellione dei Boxer e poi, ancora una volta, le truppe straniere occuparono la residenza imperiale e la città fino all’anno successivo.
Nel 1912, con la nascita della Repubblica di Cina, dopo essere stata la casa di 24 imperatori, 14 della dinastia Ming e 10 della dinastia Qing, la Città Proibita perse il suo status di residenza imperiale. All’ultimo imperatore Pu Yi venne comunque concesso di vivere nella corte più interna (la metà settentrionale della Città Proibita), mentre la metà inferiore venne aperta al pubblico.
Dal 1912 al 1928, la Cina venne governata da un generale dell’Esercito Nazionalista stanziato a Pechino, dopodiché la capitale venne spostata a Nanjing (Nanchino). Nel 1925 la Città Proibita assunse il nome di “Museo del Palazzo”.
Nel 1937 l’esercito giapponese invase Pechino, ma la città fu danneggiata solo lievemente e gli edifici della Città Proibita furono risparmiati. I giapponese crearono un governo fantoccio con Pechino come capitale che durò fino al 1945.
Nel 1949 Pechino divenne la capitale della Repubblica Popolare Cinese ed è da Piazza Tienamen, nel cuore della città, che Mao Zedong decretò l’inizio di una nuova era. In questo momento storico la popolazione della città era di 2 milioni di abitanti.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Nord-est della Cina divenne il principale centro industriale del paese. Quest’area, che aveva ricche risorse minerarie, era già stata sfruttata dai giapponesi durante l'invasione con la costruzione di miniere, fabbriche e un efficiente sistema di trasporti.
Pechino beneficiò anche dalla vicinanza all’Unione Sovietica che mandò provviste e aiuto a Pechino per via ferroviaria o attraverso il vicino porto di Tianjin.
Nel 1959, durante il decimo anniversario dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese, vennero completati il Palazzo dell’Assemblea Nazionale del Popolo e il Museo Nazionale, entrambi adiacenti a piazza Tiannnmen. Il Museo Nazionale è il terzo museo più visitato al mondo, con circa 8 milioni di visite nel 2017.
La Città Proibita è stata danneggiata considerevolmente dalle Guardie Rosse durante la Rivoluzione Culturale degli anni sessanta, a tal punto che il premier di allora, Zhou Enlai, mandò un battaglione militare a proteggerla e fece sigillare tutti i sui ingressi dal 1966 al 1971 come misura precauzionale. Nel 1987 l’UNESCO riconobbe l’importanza della Città Proibita dal punto di vista artistico e culturale, e la aggiunse alla sua lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità, insieme al Tempio del Cielo, l'anno successivo.
Pechino è stata trasformata da una città impoverita di 2 milioni di persone ad una metropoli con 24 milioni di abitanti all’interno della sola area urbana. Negli ultimi è cresciuta così tanto che nel 2018 ha raggiunto una dimensione 12 volte più grande rispetto alla città di 70 anni prima.
Pechino è anche il centro culturale della Cina: due delle più importanti università del paese, la Beijing University e la Qinghua University, si trovano in città.
Il reddito pro capite di Pechino nel 2018 ha raggiunto i 20mila dollari e si stiamche continuerà a crescere del 6% all’anno.
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